Gli esseri umani sono tutti uguali, con le loro passioni e i loro piccoli egoismi, che alcuni riescono a celare meglio di altri. Di questo si rende conto Edgar Lee Masters e vorrebbe raccontarlo, mna non sa quale forma utilizzare. L’illuminazione gli arriva dalla lettura dell’Antologia Palatina, una raccolta di epigrammi e epitaffi di poeti greci, che suggeriscce all’autore di dar voce agli abitanti del suo villaggio – un microcosmo esemplare – attraverso dei versi incisi sulle loro lapidi. Master scrisse La collina e a seguire le successive 243 poesie: nacque così l’Antologia di Spoon River, pubblicata nell’aprile del 1915.
Fabrizio De Andrè cantautore che ama raccontare attraverso la musica le vicende degli ultimi, degli oppressi e di coloro che sono soli, s’innamora di quest’opera ancora diciottenne, quando la legge nella versione Einaudi tradotta da Fernanda Pivano, perchè vede nella morte la possibilità di parlare con una sincerità che nella vita non è possibile avere, senza temere o aspettarsi più nulla.
Quindi nel 1971, ispirandosi all’Antologia di Spoon River compone il suo secondo concept album e lo intitola Non al denaro non all’amore nè al cielo.
Nonostante l’Antologia sia un’opera di immenso valore letterario, dato dalla semplicità scarna e dal contenuto dimesso dei souoi versi, dove l’eroismo lascia il posto alla quotidiana tragedia umana, la riscrittura che ne fa De Andrè è un passo in avanti rispetto all’originale.
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